Un’esperienza unica alla scoperta dell’antica tradizione dell’olio extravergine d’oliva…
Alla scoperta della raccolta delle olive in Sabina tra terre profumate ricche di ulivi secolari…
L’olio prodotto dalle olive della Sabina può fregiarsi del marchio DOP, ottenuto nel 1996, riunisce ben 32 comuni della provincia di Rieti e 15 della provincia di Roma.
Deve rigorosamente essere prodotto con determinate qualità di olive (Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola) almeno per il 75%, la raccolta deve essere effettuata tra ottobre e gennaio e anche l’estrazione deve seguire un processo che preservi le qualità organolettiche di questa DOP.
Così come coltivazione e raccolta delle olive in Sabina devono sottostare a un disciplinare, anche i frantoi devono avere determinate caratteristiche, solo alcuni infatti sono i frantoi dove è possibile produrre l’Olio della Sabina DOP e sono tutti certificati e inseriti in una lista, stessa cosa per gli olivicoltori e gli impianti di confezionamento e imbottigliamento.
La raccolta delle olive…
Un’attività che generalmente inizia verso la metà di ottobre e può protrarsi anche fino alla fine di gennaio, in base al numero di piante, alla ricchezza dell’annata ed alle condizioni metereologiche.
Di solito si opera stendendo degli appositi teli in fibra sintetica sotto le piante e poi agendo sui rami delle stesse con piccoli rastrelli manuali o pneumatici che “pettinano” i rami facendo cadere le olive.
Quando sull’albero non ci sono più olive, i teli vengono raccolti e i frutti vengono sottoposti ad una prima sommaria pulitura che consiste nell’eliminazione di rametti e foglie che inevitabilmente cadono insieme alle olive, le olive vengono poi deposte in apposite cassette e portate al frantoio per la spremitura.
Per ottenere un olio di migliore qualità è importante, fra le altre cose, che le olive raccolte vengano macinate la sera stessa, senza restare nelle cassette più di poche ore.
Ci sono molte le aziende agricole ben liete di aprire le porte dei propri frantoi per mostrare quanto ci sia dietro quel filo di nettare dorato.











